Non ho mai incontrato Giancarlo Casnati, e non so nulla di lui: quanti anni ha, cosa fa nella vita (a parte fotografare), e se è sposato. Ma ho visto le sue Fotografie sulla Neve, che mi hanno colpito profondamente, e che da sole parlano molto più di una biografia. Mi si dice che furono scattate in Abruzzo poco prima del devastante terremoto. E ovviamente da questi scatti ispirati e rilassanti, non si può immaginare lo sconquasso apocalittico che devasterà di lì a poco la regione. Si percepisce invece una visione ampia, distensiva e riposante, dove vastità e silenzio sono il sound di una natura che non fa presagire il boato del sisma che si abbatterà su quei luoghi. Giancarlo Casnati ci regala attraverso le sue immagini sommessamente commosse, un'idea della vacuità, (il famoso sunyata degli indiani), da cui tutto ha origine e dove gli esseri umani sono quasi dei puntini perduti nell'ambiente, mentre le perfette strutture della natura sottintendono la grande armonia cosmica. Un viaggio nel mistero del silenzio e nell'incanto del non detto, che rimane indelebilmente impresso nella coscienza visiva di chi guarda questi sublimi ritratti del paesaggio abruzzese. Paolo Brunatto Ciociaria 2009
"La neve è una poesia, una poesia che cade dalle nuvole in fiocchi bianchi e leggeri. Questa poesia arriva dalle labbra del cielo, dalla mano di Dio. Ha un nome, un nome di un candore smagliante. Neve... La neve possiede cinque caratteristiche principali: E' bianca. Congela la natura e la protegge. Si trasforma continuamente. E' sdrucciolevole. Si muta in acqua." da Neve di Maxence Fermine